Le Colonnacce, sesta tappa del percorso di archeonatura "Antica Pisciarelli".
Le "Colonnacce" |
Misteriose e magiche appaiono le Colonnacce al viandante in transito lungo il sentiero che collega la Fiora con il poggio di grotta Renara: lo stupore è tanto più forte quanto il monumento coglie di sorpresa, per esser, oltre che coperto di vegetazione, ad un livello più basso del piano stradale, così che l'occhio si accorge delle colonne soltanto quando ormai si è giunti sul posto.
Una delle colonne |
Il sito, decisamente inesplorabile, ma piacevolmente godibile dall'alto, è composto di tre ambienti rettangolari tagliati longitudinalmente da una fila di 16 colonne, resti di quella che fu una grande cisterna romana di età primo imperiale. La cisterna, posta sulla sommità del poggio di grotta Renara, era alimentata da uno dei bracci secondari dell'acquedotto Traiano, e serviva l'abitato di Forum Clodii, che si sviluppava lungo il fianco del monte digradante verso il lago, spazio oggi occupato, parzialmente, dal complesso di S. Liberato.
Dopo l'abbandono avvenuto nella tarda età romana, il sito fu nuovamente frequentato nel tardo medioevo, quando i resti della cisterna furono reimpiegati come base per l'erezione delle abitazioni dei capannari che frequentavano la zona: queste strutture sono ancora oggi visibili, ben innestate nella costruzione romana.
Colonnacce: muri medievali |
Il sito delle Colonnacce fu visitato nella prima metà dell'800 da Antonio Nibby, che ce ne lascia una breve descrizione.
Uscendo da questa vigna [San Liberato] e proseguendo a salire pel sentiero, che segue l'andamento del diverticolo antico, dopo un mezzo miglio, sul ripiano del monte è l'avanzo di un sepolcro antico, e ad oriente di questo una gran cisterna quadrilunga, costrutta a sacco, con scaglie di selce, divisa in due grandi aule o corsie da tredici pilastri [in realtà sono 16], il che le fa dare dal volgo il nome di colonnacce, e che probabilmente servì per la villa di Mezia. Essa è lunga 180 piedi, larga 34 e verso occidente, dove il monte sfalda è sorretta da contrafforti. L'interno è suddiviso da muri e fabbricati moderni, anche essi in rovina.
Il giorno 21 giugno 2013 l'Associazione Contea Pisciarelli ha guidato l'archeologo Giuseppe Cordiano, professore dell'Università di Siena, e la sua squadra, sul sito delle Colonnacce, affinché potessero effettuare i rilievi della cisterna.
La squadra del prof. Cordiano al lavoro con i rilievi delle "Colonnacce" |
Dal parcheggio in zona archi di Boccalupo, prendere il sentiero sterrato che nasce tra due cancelli privati e proseguire sempre dritto, ignorando tutti gli incroci, fino alla sommità del colle, nel punto in cui troverete un crocevia e, sulla sinistra, il cancello della rete che avrete nel frattempo costeggiato. Attraversate il cancello e procedete lungo la strada, tenendo la sinistra. Le Colonnacce vi appariranno dopo aver oltrepassato un affioramelanto della via Clodia, sul sinistra, una volta che sarete giunti sul luogo.
Tappa precedente: via Clodia
Tappa successiva: Acquedotto Traiano
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