Catasto Gregoriano. Leggenda: A - cartiera; B - mulino a grano |
L'acquedotto Odescalchi serviva alle necessità industriali e civili del paese di Bracciano fin dagli inizi del '700. L'uso umano dell'acqua era considerato secondario rispetto allo sfruttamento legato alle ferriere e ai mulini, tanto che la concessione dell'acqua per l'uso della fontana davanti al palazzo comunale era concessa in uso precario: bisognerà attendere il 1835 perché la Comunità di Bracciano ottenga in perpetuo questo diritto, a seguito di uno scambio con il duca Marino Torlonia, al quale cedeva la proprietà del fontanile comunale dei Cretoni, posto alla Doganella.
L'acqua instradata verso la pubblica fontana, tuttavia, continuava ad essere prelevata dal ricasco delle Cartiere (A) (dal 1776), subito a monte del mulino a grano (B): ciò significava che la popolazione doveva utilizzare, anche per uso potabile, l'acqua che aveva attraversato i macchinari che lavoravano la carta, con conseguenti ricadute sulla qualità della stessa.
Il problema inizia a sentirsi dopo l'unità d'Italia, quando matura la sensibilità della popolazione su questo problema: nel 1875 la questione del “miglioramento delle condizioni igieniche delle acque potabili” ora ormai
un “bisogno universalmente sentito ed espresso dalla pubblica opinione”. Come soluzione si chiedeva di poter prelevare l'acqua “di sopra al Bottino delle Cartiere a vece che al Molino a grano”.
Al problema viene data soluzione negli anni seguenti, con la concessione di poter innestare un nuovo condotto a monte delle Cartiere, a spese del Comune e con l'obbligo di condurre una parte dell'acqua per uso dell'ospedale: il tutto in cambio della stipula di una serie di convenzioni riguardanti per lo più gli usi civici.
In preparazione alla stipula della transazione tra i principi Odescalchi e la Comunità di Bracciano fu redatta una Memoria sull'acquedotto di Bracciano, che sintetizzava la storia e la posizione giuridica dell'opera idraulica e delle acque che trasportava: il testo completo è stato digitalizzato da Terre degli Orsini, ed è consultabile QUI.
Una delle fonti consultate |